BOA SORTE: STORIE DI EMIGRANTI ITALIANI IN BRASILE. Cesare de Florio La Rocca
a cura di Andrea Lilli
Cesare De Florio La Rocca
 
Nato a Firenze nel 1937, Cesare De Florio La Rocca, avvocato laureato in teologia e filosofia oltre che in giurisprudenza, ha collaborato con numerose organizzazioni per l’infanzia in Italia e in Brasile ed è stato insignito di svariati titoli onorifici e premi. Nel 1968 andò in Brasile con un gruppo cattolico per conoscere l’Amazzonia. Aveva 29 anni. Le bellezze della terra e la sua ricchezza naturale lo sedussero tanto che decise di rimanere. Rimase colpito dalle disparità sociali esistenti e pensò di lavorare per l’infanzia abbandonata.

Materializzò la sua idea fondando in Amazzonia a Manaus una delle prime istituzioni per bambini. Il “Centro Social Nossa Senhora das Graças” sorse a Beco do Macero, all’epoca la maggiore delle favelas e oggi un quartiere ormai consolidato. Il centro era formato da una scuola professionale che ospitava 400 adolescenti e un asilo per 200 bambini, tuttora in pieno funzionamento. Nel 1981, considerando concluso il suo lavoro, La Rocca si trasferì a Rio de Janeiro invitato dalla Funabem (Fundacão Nacional do Bem Estar) dove lavorò come assessore tecnico.

Nel 1983 passò a lavorare all’UNICEF dove coordinò fino al 1985 il Progetto Alternativo di Ascolto a bambini e bambine di strada con la Funabem e il Ministero di Prrevidenza Sociale. Nel 1985 fu nominato a Brasilia rappresentante-aggiunto dell’UNICEF. Ma Cesare de Florio La Rocca sognava di creare un progetto di aiuto per bambini poveri che potesse essere realizzato sotto il segno della “migliore educazione per i più poveri”. Così nacque l’embrione di ciò che a Salvador de
Bahia si sarebbe trasformato nel Centro Progetto Axé di Difesa e Protezione al Bambino e all’Adolescente che trovò il forte appoggio della ONG italiana Terra Nuova, del Movimento Nazionale di Bambini e Bambine di strada per il lato istituzionale e di personaggi sensibili come il coraggioso giornalista Gilberto Dimenstein impegnato da anni a divulgare il gravoso fenomeno dei meninos de rua e delle uccisioni ad opera di squadroni della morte.

La Rocca richiedeva competenza professionale a chi volesse partecipare al progetto, oltre a solidarietà e generosità. Non aveva in mente un progetto educativo povero per poveri e lo ha ribadito in varie interviste: «Non volevo ripetere ciò che già si faceva in Brasile. La mia idea era quella di dare la migliore educazione ai più poveri. Rigettavo la tesi che a chi non ha niente va bene tutto. Non volevo installare officine per carpentieri, sartorie o manicure.

Pensavo all’arte e alla cultura al servizio dell’educazione, è impossibile educare senza estetica, senza bellezza, senza arte». Nel 1990, era stato approvato dal governo lo Statuto del Bambino e dell'adolescente, un documento di grande valore anche simbolico: il Brasile, dove il fenomeno dei bambini di strada, dello sfruttamento e della violenza sui minori, è un problema gravissimo e antico, è stato anche il primo paese a dotarsi di uno strumento etico e giuridico per la tutela dei bambini. 
Il progetto Axè è stato realizzato in collaborazione con sociologi, educatori, psicologi, medici, ed ha come obiettivo primario il riscatto dei minorenni che vivono randagi e in estrema povertà, e il loro inserimento nella società.

È un’istituzione civile senza fini lucrativi che lavora con organizzazioni governative e non, e si basa su una metodologia particolare denominata Pedagogia del Desiderio, ispirata al pensiero di Piaget, Freud, Jung e Lacan, mediato dal maestro Paulo Freire. Projeto Axé iniziò la sua attività dall’Educazione di Strada, ovvero con educatori che lavorano direttamente nelle strade. Successivamente, in base all’esperienza pratica e partendo dalle esigenze degli educandi stessi, si crearono spazi educativi ed unità di accoglienza (moda, stampa, danza, capoeira, musica, etc).

In seguito, vennero creati anche dei gruppi di danza e musica professionalizzanti e quindi costituiti da un gruppo in continua mutazione (alcuni ragazzi, al termine del loro percorso in Axé vengono contrattati come artisti o assorbiti dal mercato del lavoro, e lasciano quindi lo spazio agli educandi più giovani e meno esperti che aspirano alla professionalizzazione). Dalla nascita ad oggi, Projeto Axè ha recuperato e reinserito nel mondo familiare, scolastico e sociale oltre 18.000 ragazzi di strada, con un tasso di successo di circa l’85%. Axè segue oggi circa 900 bambini e ragazzi di Salvador (equamente divisi tra maschi e femmine, tra i 4 e i 25 anni di età) attraverso percorsi di recupero che includono l’apprendimento di discipline artistiche (musica, danza, arti figurative, moda), il sostegno alla frequenza scolastica, il ritorno in famiglia.

I principi su cui si basa tale progetto sono riassunti nella seguente dichiarazione d'intenti: "L'Etica come vita ed esempio da offrire agli educandi, l'Estetica come diritto fondamentale di tutti i bambini... Il triplice principio in base al quale i bambini diventano Soggetti, il Desiderio come garanzia di "essere vivi"; il Diritto che acquista maggior valore se continuamente accompagnato dal concetto e dalla pratica del Dovere." Nel 2004 è stata creata a Firenze l’associazione Axé Italia Onlus, che mira a far conoscere il progetto pedagogico sviluppato dal Projeto Axé e di raccogliere fondi per sostenere la sua attività in Brasile, per permettere l’accoglienza di un numero sempre maggiore di bambini. Nel novembre del 2009, a seguito di una riorganizzazione dell’associazione Axé Italia e dei suoi organi direttivi, la sede è stata trasferita a Roma, e la struttura potenziata per continuare a divulgare a coinvolgere quanti vogliano aiutare il Progetto.
 
Andrea Lilli. Bibliotecario-archivista e documentalista, lavora nella Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma.